La rubrica “Senza conservanti” di Vinicio Albanesi. N.26 – BELLI E BELLE DI MAMMA

Solo da poco tempo si è scoperta la denatalità in Italia: nel 2022 sono nati meno 400 mila creature; per fortuna gli stranieri, tanto disprezzati, ci danno una mano (21% delle nascite), anche se pure loro sono in decrescita!

Il tasso di natalità dice che i figli nati non riusciranno a sostituire i genitori: occorrerebbe raggiungere il 2% della natalità: siamo invece a 1,24 per donna; il 41,5% nasce fuori dal matrimonio.  Da decenni l’attenzione economica è sulle pensioni. Una lotta feroce contro gli scaloni tra retributivo e contributivo.

Qualcuno, ben informato, ha fatto capire che se le nascite non aumentano, anche le pensioni se ne andranno, per il principio del chiodo batte chiodo. Nel frattempo, i nostri piccoli non se la passano bene. Scuole fatiscenti (il 60% non ha tutti certificati di sicurezza), insegnanti in lotta per la stabilità con l’inflazione che si mangia gli aumenti.

Save the children ha fatto sapere che un minore su 15 ha lavorato (ristorazione, attività commerciali, attività in campagna e nell’edilizia), facendo notare che chi ha lavorato precocemente rischia di cadere nel circuito penale. L’11% ha abbandonato la scuola, senza conseguire un diploma di scuola superiore. Oltre un milione e mezzo di ragazzi e ragazze tra i 15 e i 29 è nel limbo. Per essere internazionali li chiamano neet, un ottimo trucco per non offendere chi non studia, non lavora, non è in formazione. Tra costoro le ragazze sono le più penalizzate: una tragedia se abitano al sud d’Italia o sono stranieri.

Chi ha un titolo emigra dalla propria terra verso il nord d’Italiano o all’estero. Per sintetizzare c’è chi ha concluso: troppo poveri per fare figli e formarli. Un intreccio di circostanze che impediscono di far nascere e crescere generazioni future: disoccupazione, lavori precari, territori poveri e insicuri, mancanza di case.

Un problema enorme che non ha attenzione non solo in politica, ma nel sentire comune. Distratti da mille amminicoli, si perde il cuore del futuro. Non solo: non c’è un programma, un’idea, un obiettivo di larghe vedute. Rattoppi di piccole leggi, aiutini temporanei, con la conclusione che nulla sta cambiando. Una sintesi brutta, ma vera: il declino.