La montagna per scoprire nuove libertà e recuperarne altre, la Comunità San Girolamo alla scoperta dei Monti Sibillini

Vivere la montagna non solo come semplice terapia ma come luogo dove scoprire nuove libertà e recuperarne altre. Magari proprio quelle che erano state smarrite lungo un altro percorso. E’ questo uno dei tratti del progetto che ha visto, nel periodo estivo, alcuni pazienti della comunità San Girolamo di Fermo effettuare delle passeggiate sui sentieri dei Monti Sibillini e trascorrere delle giornate diverse lontane dalla quotidianità.

La struttura residenziale legata alla Comunità di Capodarco accoglie 40 ospiti con problematiche psichiatriche e non è nuova ad attività di questo tipo: “Quest’anno abbiamo pensato di dare maggiore costanza e consistenza alle cosiddette ‘‘uscite in montagna’’ che negli anni passati, erano organizzate con l’idea di passare delle giornate diverse e lontane dalla quotidianità” – ha raccontato Antonio Oriolo, operatore del San Girolamo che ha accompagnato i partecipanti nelle escursioni. “Queste uscite sono state talvolta anche un modo per fuggire qualche ora dalla calura opprimente dei mesi di Luglio ed Agosto. Ogni volta siamo ritornati a casa stanchi ma soddisfatti, con la sensazione che una giornata in montagna ci appaga ed aiuta a migliorare le relazioni e lo spirito di gruppo. Così, quest’anno abbiamo pensato di proporre, per il periodo estivo che va da Giugno a Settembre, una serie di uscite lungo sentieri di montagna opportunamente selezionati per essere alla nostra portata. In montagna vige ancora la regola non scritta di salutarsi: ciò è a dir poco impressionante ma può essere anche educativo, in special modo per i giovani di oggi che considerano normale passeggiare, ignorando le persone che si incontrano per strada. Camminare lungo un sentiero di montagna, che segue linee e percorsi, apparentemente, distanti significa seguire ed affidarsi al passo di chi ti sta davanti, mettersi in ascolto di se stessi e degli innumerevoli suoni della natura, superare le difficoltà e migliorare nell’autostima”.

Un messaggio importante che arriva a ridosso della Giornata mondiale della salute mentale, che si celebra ogni anno il 10 ottobre; un’opportunità per riflettere anche sul modo in cui la pandemia ha impattato in modo significativo sui disturbi psichici. Dopo un periodo di forzato isolamento in comunità, l’occasione di respirare l’aria delle nostre montagne e di vivere diversamente il quotidiano è stata accolta in maniera positiva dalle persone che hanno vissuto quest’esperienza. Qualcuno di loro ha voluto esprimere così le proprie sensazioni.  “Sono appena tornato da una gita sul monte Amandola, una delle passeggiate in montagna fatte questa estate – ha raccontato Mauro. In montagna in generale si respira un’aria diversa, più rarefatta e tutte le cose si fanno all’aperto: dai bisogni fisiologici al mangiare.Nella passeggiata che abbiamo fatto qualche tempo fa, dall’Infernaccio all’Eremo di padre Pietro, abbiamo incontrato lungo il cammino persone che, pur non conoscendoci, ci salutavano e questo fatto era un modo di aiutarci a salire senza temere la fatica. I discorsi che si fanno durante queste camminate sono diversi da quelli che facciamo in comunità che in genere sono ripetitivi. Al contatto con la natura si è più vicini al cielo e a Dio, la fatica passa in secondo piano e ognuno dentro di sé, può meditare sul senso della propria vita che è un cammino, prima in salita e poi in discesa.’’ Cristian invece racconta così il suo trekking: “Eccomi qua, sono di nuovo nella Comunità di S. Girolamo, dopo all’incirca 8 uscite in montagna. Quello che posso dirvi è che per la mia situazione è molto importante fare questo tipo di uscite in quanto stando qui dentro come giovane ospite posso dire che se non ci fossero queste uscite mi troverei ‘’fermo’’, in quando stando limitati da tutto si va a perdere l’abitudine di vivere la vita (assaporare la natura). Tutto sommato posso garantirvi che questo tipo di uscite rendono le persone più serene ed aiutano ad accantonare tutti i problemi che purtroppo ci assillano la vita. Come dire, staccare la spina fa bene a tutti, non siamo macchine, siamo persone che hanno avuto o hanno dei problemi che vanno a complicare le nostre vite. Per il momento posso dire che queste uscite sono, per chi le apprezza, terapeutiche e comunque vanno ad ammorbidire tutte quelle rigidità che magari si possono trovare giorno per giorno nel nostro cervello”. “Quest’ estate abbiamo fatto molte escursioni in montagna accompagnati dall’operatore Antonio – ha concluso poi Roberto.

“Alcune abbastanza impegnative, alcune un po’ più semplici. La sensazione che si prova dopo una lunga camminata per arrivare alla meta è fantastica: si arriva in cima alla montagna e si respira un’aria di libertà! Arrivati in cima facevamo pranzo al sacco e dopo aver mangiato la fantastica torta che portava sempre Antonio, eravamo carichi per scendere giù”.