La missione di una costruzione dell’umanità poggiata sul bene

La festa della presentazione di Gesù al tempio è una tradizione sacra nella religiosità ebraica. Significa offrire a Dio il primogenito, con offerte proporzionate alla condizione dei genitori.

Maria e Giuseppe non si sottraggono al rito di fedeli religiosi. Nel libro dell’Esodo (13:2, 13:12-15), Dio comanda agli Israeliti di consacrare a Lui tutti i primogeniti. Questo comando è un ricordo della decima piaga in Egitto, quando il Signore colpì i primogeniti  egiziani ma risparmiò quelli degli Israeliti.

Benedizione delle candele

Nel calendario cristiano il 2 Febbraio è la ricorrenza della festa della Candelora; benedizione delle candele, simbolo di Cristo e della luce. La prima lettura del profeta Malachia predice la venuta dell’angelo della speranza: «l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti». Un desiderio che attraversa gli scritti dei profeti. Una sicurezza di pace e benessere nel nome di Dio.

Isaia chiama il messia “Dio con noi”, Geremia e Ezechiele parlano di un “germoglio giusto”; Zaccaria di un mite. E’ il desiderio di una guida sicura che accompagni la vita dell’intero paese: proveniente da Dio e a lui fedele. Lo stesso Gesù sarà chiamato Messia.

Il figlio nato

Il significato della festa è la benedizione di un figlio/a nato. Nel patriarcato di Israele purtroppo è riconosciuto solo il primogenito maschio. Ma, in qualche modo, è la consacrazione dell’intera famiglia a Dio, coinvolgendo tutta la parentela, della quale i figli rappresentano sicurezza e continuità. Ogni nascita è un miracolo. Della natura molti rispondono. E’ vero, anche se rimanda alla domanda di chi è opera?

Un miracolo vivente che, nel tempo crescerà, fino a diventare  adulto, con la propria identità. Non a caso, a conclusione della presentazione, San Luca annota: «Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui».

E’ la benedizione e gli auguri che porgiamo a ogni neonato e neonata. Battezzandolo lo affidiamo a Dio e seguiamo gli insegnamenti di Cristo, come scrive bene la Lettera agli Ebrei: «Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo».

Una missione  che va oltre la crescita umana e spirituale di una creatura. Si immagina la missione di una costruzione dell’umanità poggiata sul bene, sul rispetto, sul benessere. La natura fa la sua parte, ma la maturità è il frutto della crescita affidata ai genitori, ai padrini, ai nonni, ai parenti, agli educatori.

Noi siamo il riassunto delle generazioni che ci hanno preceduto. La maturità di ciascuno dipende dalla capacità di accompagnare, lasciando libertà; di educare senza imposizioni. E’ una missione difficile, ma anche fantastica. Oltre alla generazione fisica siamo chiamati a una generazione spirituale, piena di indicazioni e di valori.

L’essere genitori è una dono grande, anche se impegnativo. Serio, ma pieno di soddisfazioni. Dio ci ha affidato il dono del creare: in senso pieno, umano e cristiano. L’stinto umano ci chiede di crescere creature che un domani siano ricche, sane, famose. Possiamo completare questo augurio donando alle nostre nascite l’auspicio di felicità, fratellanza, pietà e umanità.

Facendo il bene loro stesse saranno felici; ringrazieranno il giorno in cui sono nate e accudiranno i genitori che hanno dato loro la vita. Nel nome del Signore Gesù: noi siamo cresciuti nella fede cristiana, ad essa facciamo riferimento a chi verrà dopo di noi.

Per il dono dei nati possiamo lodare Dio con le parole del Salmo:

«Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.

Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e valoroso,
il Signore valoroso in battaglia».

Una battaglia fatta di umiltà, di saggezza, di libertà.


2 Febbraio 2025 – Anno C
Presentazione Gesù al tempio
1ª Lett. Ml 3,1-4  Salmo Sal 23 (24) – 2ª Lett. Eb 2,14-18 – Vangelo Lc 2,22-40