La Comunità Buona Novella di Fabriano è covid free, il Presidente Sollini:”L’uomo c’è e continua ad esserci”

Riccardo Sollini

“Un segnale di speranza e di resistenza, come a dire noi ci siamo.  Se qualcosa di buono poteva portare questa pandemia è la certezza che nella necessità ci si accorge di chi sta vicino, e come ognuno può dare il suo contributo più vero fatto di sudore ed emozioni”. Con queste parole il Presidente della Comunità “La Buona Novella” di Fabriano, Riccardo Sollini, ha accolto la determina ufficiale dell’Asur che consente il ritorno alla vita quotidiana della struttura legata alla Comunità di Capodarco che, nelle scorse settimane, ha dovuto affrontare una situazione di emergenza a causa di un cluster da Covid-19.

Sono state settimane pesanti e dure che ci hanno provato –ha spiegato Sollini, – ma in cui è venuto un forte impegno, professionalità e umanità da tutti gli operatori. Come Comunità Buona Novella ci siamo trovati ad affrontare una forte situazione di emergenza con un focolaio di Covid che ha visto l’espansione a macchia d’olio tra tutti gli ospiti della Comunità, nonostante i DPI e le accortezze. Dal primo esito di tampone positivo che ci ha fatto crollare il mondo addosso, abbiamo iniziato a costruire percorsi e nuova organizzazione di struttura cercando di tranquillizzare gli ospiti. La nostra Comunità ospita persone fragili in cui la dirompenza della malattia ci ha fatto pensare al peggio immediatamente”.

Se da un lato il via libera dell’Asur ha messo fine a un periodo particolarmente difficile per tutta la struttura, dall’altro ha lasciato in eredità un sapore di speranza per il futuro: “Per via dell’alta collaborazione con il servizio pubblico” – ha proseguito Sollini, “attento e disponibile a trovare insieme le strade per rispondere a una guerra spaventosa, ci siamo sentiti pubblico servizio in una logica di cura e di prendersi cura. Il pensiero più grande va però agli operatori che hanno messo in campo tutta la loro passione e professionalità, superando paure e timori, a disposizione di un sistema che richiedeva la partecipazione di tutti in un senso di comunità e di spirito di servizio. Non scontato e non facile. Riuscendo non solo a fare il loro lavoro, ma anche a tenere alto l’umore e la speranza tra gli ospiti. Per tutto questo il grazie più profondo. Il segnale bello e forte di medici che si sono messi a disposizione per sopperire alla mancanza di infermieri a cui stiamo assistendo, nell’idea di esserci comunque per ciò che si può portare”.

Il presidente della Comunità La Buona Novella ha concluso: “L’uomo c’è e continua ad esserci.  La comunità ospita persone con forti disabilità, e il più grave di tutti è quello che ha subito in maniera più forte l’impatto del Covid con un necessario ricovero in terapia intensiva, da cui da guerriero è uscito ed è tornato in comunità. Un messaggio chiaro e forte a quanti parlano di selezione di chi curare e di lasciare indietro chi è più fragile, il segnale forte che ogni vita vale, ognuno merita di vivere e che la scelta di esserci o no spetta solo a lui come protagonista. Vederlo ritornare a casa in Comunità è stato un raggio di sole”.