“Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato”

Il tema di questa domenica è la giustizia. La prima Lettura, tratta dal Libro del Siracide, è commovente. L’inizio è lapidario; suggerisce lo sguardo a tutta l’umanità: «Il Signore è giudice e per lui non c’è preferenza di persone. Non è parziale a danno del povero e ascolta la preghiera dell’oppresso».

Dignità di ogni persona

Non poteva essere diversamente per un Dio pensato come creatore dell’universo, che invita le creature umane ad essere a propria immagine e somiglianza. Una linea che solca tutta la storia dei continenti. Ogni credente al Dio cristiano non può derogare a questa regola. Le condizioni umane, di povertà o di ricchezza, sono state affidate all’operosità e alla giustizia umana. La dignità della persona va garantita comunque: su questa falsariga si giocano le civiltà. Nelle convivenze dei popoli la prima regola è il rispetto di questa dignità. Le disuguaglianze, le ingiustizie, le oppressioni hanno il non rispetto della dignità e delle pari opportunità.

Il salmo continua su questa linea:

«Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia».

La pietà

E’ il sentimento della pietà che corre in soccorso ai disordini. Se l’obiettivo è la pari dignità: è indispensabile non dimenticare gli errori per correggerli. Da qui la vicinanza che implora perdono e presenza per la riparazione dei danni procurati. La conclusione della Lettera di San Paolo a Timoteo, riassume la vita seguendo i dettami evangelici:

«Figlio mio, io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione».

Il Vangelo introduce un secondo criterio di giustizia. Può sembrare esterno alla dimensione dell’uguaglianza, ma è la condizione della correttezza della coscienza. Si può sbagliare nella vita: la riparazione è necessaria per mezzo della coscienza che è capace di essere umile, pronta alla riparazione. Una visione evangelica completa che indica la via da seguire, ma tiene conto anche delle contraddizioni e degli errori.

Un Dio, il nostro, che è consono alla nostra condizione nel rispetto, nella perfezione, ma anche nelle fragilità. Sarebbero sufficienti queste indicazioni per comprendere il dettato di amare Dio e il prossimo. L’obiettivo è una perfezione non già esigita e immobile, ma il percorso verso una santità che accompagna la vita per essere in linea a ciò che Dio pensa e chiede.

 

26 Ottobre 2025 – Anno C
XXX Domenica Tempo ordinario
(1ª Lett. Sir 35,15b-17.20-22° – Salmo 33 (34) – 2ª Lett. 2Tm 4,6-8.16-18 – Vangelo Lc 18,9-14)