Il racconto “allo specchio” di Alessandro e Pietro conquista la platea del Capodarco L’Altro Festival

Dario Zonta e Agostino Ferrente. Foto: Fabrizio Zeppilli

“Raccontare il vero, senza rinunciare all’estetica di chi lo racconta”. Agostino Ferrente, regista di “Selfie”, che ieri 25 giugno ha aperto ufficialmente il Capodarco L’Altro Festival 2019, ha incontrato un pubblico attento e numeroso e, sollecitato dal critico cinematografico Dario Zonta, ha spiegato la genesi del film e del casting, nato spontaneamente dall’incontro con i due protagonisti, Alessandro e Pietro. Un documentario che racconta la vita di due sedicenni del Rione Traiano di Napoli, con una precisa scelta registica: quella di affidare ai ragazzi uno smartphone e di proporre loro di filmarsi, in modalità “selfie”, guardando sempre verso la camera. “L’unica missione che ho affidato loro è stata quella di guardarsi allo specchio”, ha spiegato Ferrente, per raccontare il proprio punto di vista, il quartiere, le fragilità, la loro quotidianità. Un film “trasgressivo, perché parla di cose belle”, dedicato a Davide Bifolco, ucciso nel 2014 perché scambiato per un latitante. Ferrente ha scelto di non ricostruire la storia di Davide, ma di mostrare quella di altri due sedicenni dello stesso rione, che potrebbero essere stati al suo posto, e l’umanità dei quartieri popolari.

“Quando abbiamo iniziato l’accento, era sul voler rivelare quello che non funziona, poi nel corso degli anni mi sono convinto che per combattere il male basta far emergere ciò che c’è di bene. Anche nel male più profondo c’è chi combatte ed è quello che vedrete nel corso di questo Festival. – ha commentato don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco, nel salutare il pubblico – Se si sta attenti alla realtà, le soluzioni si possono trovare”. “Enfatizzare la debolezza non significa essere pauperisti o controcorrente – ha sottolineato l’Arcivescovo Metropolita di Fermo mons. Rocco Pennacchio – ma evidenziare la componente di autentica umanità che c’è nella società. Insistere sulle manifestazioni come ‘L’Anello Debole’ è una leva per non dimenticare che se non pensiamo in modo sociale non siamo più uomini”.  Il Vicesindaco del Comune di Fermo Francesco Trasatti ha portato il saluto dell’amministrazione: “Di anno in anno ‘L’Anello Debole’ spazia su debolezze diverse, fragilità diverse. Queste sfaccettature servono a farci capire la realtà, specialmente in questo momento in cui dobbiamo mantenere vivo l’interesse contro l’aridità”. Per il Consigliere della Regione Marche Francesco Giacinti “la riflessione proposta dal Festival sulle fragilità è un momento edificante da cui possiamo prendere spunto per esercitare la capacità di attenzione che stiamo perdendo. L’augurio è che nascano altri momenti di riflessione, di cui c’è sempre più bisogno”.

A chiudere la serata la degustazione dei Salumi Ciriaci – Cinque Ghiande e una selezione di vini del Vigneto Marche.  Presente Alberto Monachesi di Tipicità a ribadire l’alleanza con il Capodarco l’Altro Festival nel promuovere le tipicità locali e l’impegno dei produttori. Il Festival è infatti tappa del “Grand tour delle Marche”, circuito esperienziale con circa 30  appuntamenti in tutta la regione. “Alla crisi i produttori delle Marche hanno risposto facendo rete. – ha detto Monachesi  – Tipicità è espressione di una forza generativa che da Fermo va verso il territorio: gli artigiani per noi sono creatori di eccellenze, come i film-maker”.

Oggi la proiezione di “Dafne”. Protagonista della seconda serata Carolina Raspanti, con il film di Federico Bondi. Già nota al pubblico come scrittrice, è al suo esordio nel cinema e incontrerà il pubblico dopo la proiezione (ore 21.15, ingresso 3 euro) insieme a Dario Zonta.

Il Capodarco L’Altro Festival ha il patrocinio di Regione Marche, Comune di Fermo e Fondazione Marche Cultura-Marche Film Commission ed è organizzato grazie al contributo di Fondazione Carifermo e Coop Alleanza 3.0, in collaborazione con Usigrai, Poliarte e Cinema Sala degli Artisti.