Il presidente della Comunità di Capodarco sulla crisi: “Chiesa unico rifugio”

Nell’editoriale di ieri, ripreso anche dall’Ansa, don Vinicio Albanesi chiede a gran voce “un’azione pubblica decisa, forte, coerente, veloce” e ammonisce: “solo una classe politica e un Parlamento irresponsabili potrebbero assistere passivi a questo scenario”.

Don Vinicio Albanesi (febbraio 2013)

Don Vinicio Albanesi (febbraio 2013)

“A molti – continua il presidente della Comunità di Capodarco – sembra strano che il cardinal Bagnasco insista, ogni volta che può, invocando risposte per un Paese ‘stremato’. E parli di assunzione di responsabilità da parte del mondo politico. Così come più volte, ultima ieri, è arrivato il richiamo dei vescovi della Cei sulla difficile situazione del Paese. Ma – spiega don Albanesi – sono i sacerdoti a vivere a diretto contatto con il popolo che soffre. I parroci in questi anni hanno visto mutare il volto della povertà: se prima riguardava gli immigrati, gli emarginati, oggi è sempre più presente tra le famiglie ‘normali’, tra gli anziani. Per la Chiesa – ricorda il presidente della Comunità di Capodarco – quei quattro milioni di poveri non sono solo un dato Istat, sono persone che a 65 anni non riescono a vivere di pensione e vengono in parrocchia a chiedere disperatamente di essere aiutate a trovare un lavoro, qualsiasi esso sia. Sono padri di famiglia che non riescono a tirare avanti, che non vedono futuro per i loro figli che vivono il loro dramma in solitudine fino a pensare alla morte come liberazione. La vita di oggi, infatti, è diventata onerosa, non è più tempo di ‘pacchi dono’ con cui una volta si aiutavano le famiglie bisognose”.

“E tutto ciò – continua don Albanesi – sfugge ai riti triti e irritanti di una politica che sembra non rendersi conto della situazione tutta concentrata su di sé. Una politica che non rinuncia ai suoi vantaggi sempre più lontana dai bisogni della gente. Per questo – conclude – sono sempre più numerosi i fedeli che la domenica si recano in Piazza San Pietro ad ascoltare le parole di un Papa concreto, che sentono vicino, e saranno sempre più forti le grida di aiuto da parte dei preti che vivono a stretto contatto con il popolo”.