Ictus, l’équipe di Capodarco Riabilitazione pronta ad accompagnarti: l’evento patologico “non deve paralizzare la tua vita”

In Italia ogni anno ne sono colpite circa 120mila persone, 45mila riportano disturbi neurologici spesso invalidanti, come la spasticità, che si presenta in circa il 19% dei casi a 3 mesi e dal 17% al 38% a un anno dall’episodio acuto. La prevalenza e l’incidenza dell’Ictus aumentano con l’età, in particolare a partire dai 55 anni; dopo i 65 anni l’aumento dell’incidenza è esponenziale. La Comunità di Capodarco attraverso i suoi Centri Ambulatoriali, propone da anni una serie di interventi mirati, adottando “un modello operativo di équipe interdisciplinare finalizzato a una riabilitazione multidisciplinare, realizzata attraverso una presa in carico globale, integrata e continuativa” della persona colpita da Ictus nell’intero percorso di ripresa, con il diretto coinvolgimento della famiglia. Questo grazie ad una équipe di professioniste e professionisti altamente qualificati.

“I trattamenti riabilitativi, soprattutto se intrapresi precocemente, sono in grado di permettere al paziente il recupero di molte delle funzionalità compromesse, il potenziamento delle risorse residue ed il recupero di una buona qualità di vita. Essenziale un approccio multidisciplinare che permette la presa in carico sia del paziente che del caregiver”, spiega Lorena Cionfrini (psicologa e neuropsicologa, Capodarco Poliambulatorio-Riabilitazione). L’équipe formata da diverse figure sanitarie come medici, psicologi, logopedisti, fisioterapisti ecc., propone un progetto di training fisioterapico neuromotorio e respiratorio che si fonda sulla valutazione individuale del quadro fino all’addestramento agli ausili del paziente stesso e dei propri familiari. Un trattamento logopedico incentrato sulla conoscenza e la valutazione dei punti di forza e di debolezza; la valorizzazione dell’aspetto umano della relazione, l’accoglienza della persona e della sua storia con l’obiettivo di restituire significati, parole e voce; favorire le competenze fono-articolatorie, deglutitorie e la comunicazione alternativa. E infine un’intervento psicologico che, spiega la dottoressa Cionfrini: “Prevede la valutazione del profilo cognitivo, degli eventuali deficit presenti e dello stato dell’umore; percorsi di sostegno psicologico finalizzati all’adattamento alla nuova condizione ed alla gestione del vissuto emotivo; colloqui psicoeducativi con i caregiver per facilitare la gestione della complessità della patologia, attraverso lo svilupparsi di strategie che fanno leva sulle potenzialità familiari”.

“L’Oms già nel 1948 ha posto l’accento sull’importanza della qualità della vita definendola come una condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale e non esclusivamente assenza di malattia; per questo risulta essenziale un cambio di prospettiva, mettendo in atto una serie di strategie di prevenzione primaria al fine di migliorare il nostro stile di vita. Sono molti gli studi scientifici che dimostrano l’impatto positivo nella riduzione di alcune patologie (es. demenza, ictus, ipertensione, diabete) favorendo un livello e uno stile basato su una equilibrata alimentazione, una costante pratica sportiva, il controllo del peso corporeo, esami di routine periodici, assenza di fumo ed il mantenimento di soddisfacenti relazioni, affettive e sociali. Il team di Capodarco Riabilitazione è pronto ad accompagnarti affinché l’evento patologico non paralizzi la tua vita”.

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