Don Vinicio Albanesi: “L’Italia fa da cuscinetto, ma non ha mai avuto una politica sul tema”

© Stefano Dal Pozzolo

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CAPODARCO – “L’Italia? Ha fatto da cuscinetto, paese di immigrazione e di emigrazione. Ma nel nostro Paese non c’è e non c’è mai stata una politica di immigrazione. L’accoglienza è sempre consistita nel permesso di soggiorno e affidata al ministero dell’Interno”. È la denuncia di don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco, intervenuto stamattina al seminario per giornalisti “Rimozioni”, che si concluderà oggi. Ha raccontato dell’accoglienza di un centinaio di richiedenti di asilo africani presso il seminario interdiocesano di Fermo. Ma i bandi “sono al ribasso” e i giovani “stanno aspettando di essere interrogati dalla Commissione” per la richiesta di asilo. A un certo punto le istituzioni “annunciano che il progetto è finito e sono affari tuoi: ma che politica è? Dopo che hai salvato loro la vita, dove vanno? Dove vivono? Dove lavorano”. L’integrazione è dunque un processo tutto da costruire. “Bisogna pensare a progetti che riescano anche a soddisfare loro: 15 faranno i saldatori. Intanto abbiamo insegnato l’italiano, qualcuno è furbo. Però i progetti non esistono”, ha rimarcato don Albanesi. A Comiso “ci sono 5mila migranti da quattro anni, a presidiarli l’esercito. Non esiste una politica”.

Rispetto alla prima accoglienza, l’obiettivo dello Sprar (Servizio protezione richiedenti asilo e rifugiati) è quello di favorire un inserimento dei migranti; attualmente i progetti seguono 21mila persone. 35 euro al giorno sono destinati al pagamento delle spese di accoglienza, mentre il migrante riceve 2,50 euro al giorno, pari a 75 euro mensili, per le spese personali. I numeri però sono astratti: dietro ci sono persone. A Brescia alcuni migranti lavorano ora in una ciclo-officina; a Vicenza alcune donne hanno avviato un laboratorio tessile. Numerosi gli esempi di “buona accoglienza” raccontati dall’agenzia Redattore sociale.

“Il terremoto de L’Aquila – ha aggiunto don Vinicio – ha arricchito gli alberghi della costa, pagati 60 euro a persona per ogni terremotato. Questa è la logica del cinismo, dell’arrangiamento: ogni fenomeno tragico porta con sé delle ricadute economiche. Un’istintività nel circondare la miseria di interessi. Ho fatto fare un calcolo tra badante italiana, che costa 2.100 euro per 53 ore a settimana, mentre una straniera costa 1.040 euro”. Se le persone singole “fanno questi calcoli, quando attaccano i migranti c’è fariseismo o piuttosto furbizia di basso profilo”. Il rischio del business c’è, dunque, “ma molto dipende dai sindaci, dagli amministratori. Gli abitanti devono essere sicuri che c’è qualcuno che tutela i migranti ma anche la popolazione. Perché la gente ha paura e può fare brutti scherzi”. (lab)