Il direttore della Comunità di Capodarco di Fermo, Riccardo Sollini, interviene nel dibattito che si è aperto all’indomani della decisione della Corte Costituzionale, che ha respinto, dichiarandolo innammissibile, il referendum sulla cannabis.
“La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sulla cannabis, con una motivazione riconducibile al fatto che riportava alla legalizzazione delle ‘droghe pesanti’. Ancora una volta si parla di politica e non di questioni di fondo. Non ho mai ben capito cosa si intenda per ‘droga pesante’ e ‘droga leggera’. Parliamo di rischi sanitari? Credo che il fumo di tabacco o l’alcol, di cui il monopolio è gestito dallo Stato, ne abbia molti di più. Parliamo di pericolosità sociale? Ancora una volta credo che l’alcol la faccia da padrone. Parlare di ‘droghe pesanti’ e ‘droghe leggere’ è una giustificazione ad alcuni comportamenti.
Il concetto reale è l’uso pesante di sostanze o l’uso leggero di sostanze. Il vincolo è la funzionalità della mia vita, la qualità della vita, la capacità di restare all’interno della società. Laddove un uso pesante implica l’incapacità di mantenere un proprio stile di vita, continuare ad avere una funzionalità, ecco, probabilmente, la sostanza è il problema.
Nel post pandemia gli adolescenti hanno diminuito capacità di relazione, si vedono prescrivere psicofarmaci, si innalzano i disturbi alimentari, i servizi sono sotto organico e organizzati come se il tempo fosse fermo agli anni ’90. Occasione persa e tante parole a vuoto, che non tengono conto della realtà, ma narrano storie retoriche in politichese”.