Dipendenze, Fernandez: lavorare sul ricordo del trauma per superarlo

Lavora sui ricordi traumatici l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), metodo psicoterapico che agisce “riparando” e “desensibilizzando”, così da aiutare la persona a rielaborare il trauma e depotenziarne gli effetti negativi. Lo ha spiegato Isabel Fernandez, presidente EMDR Italia e EMDR Europe, intervenendo al seminario di formazione – aperto ad operatori e psicoterapeuti  – promosso dalla Comunità di Capodarco di Fermo e dalla Comunità terapeutica Arcobaleno, che sta sperimentando il metodo. La sperimentazione coinvolge 10 persone con diagnosi di dipendenza che hanno affrontato sedute individuali per un periodo di 6-7 mesi. Il metodo complesso (che prevede 8 fasi) utilizza i movimenti oculari, paragonabili a quelli che si verificano spontaneamente durante il sonno Rem per stimolare il sistema naturale di guarigione del cervello, cioè aiutandolo a “completare quello che non era riuscito a fare da solo”.

Qual è la forza di questo metodo?
Il metodo Emdr è in realtà una psicoterapia. E’ molto focalizzato sugli eventi traumatici che, in qualche modo, possono aver contribuito allo sviluppo della dipendenza. L’idea è di poter lavorare su questi eventi, attraverso il lavoro sui ricordi, in modo da rielaborarli, per fare in modo che il paziente sia molto più sereno. Può trattarsi di situazioni in cui hanno vissuto degli abusi, delle perdite importanti che in qualche modo possono aver contribuito a sviluppare una dipendenza. Il metodo lavora poi nel far andare via le immagini più intrusive di questi traumi oppure di regolare la loro sofferenza, le loro emozioni negative. Risolvendo il trauma alla base, è più facile fare in modo che la dipendenza in qualche modo vada in remissione o sia più gestibile.

Una persona con dipendenza è sottoposta a più traumi nel corso della vita. Il metodo Emdr lavora sul trauma originale o è efficace in ogni situazione?
Esattamente così. Non ci sono solo i traumi alla base, ma i traumi man mano che si sviluppa la dipendenza, perché le persone con dipendenza perdono magari il lavoro, gli affetti importanti, sentono di  non ‘funzionare’ più, quindi anche una bassa autostima. È una catena che va a mantenere la dipendenza, il bisogno di consumare ancora e così via. Quindi lavoriamo sia sui traumi del passato che sui traumi che accompagnano la storia della dipendenza; lavoriamo anche sui ricordi dei momenti che riguardano la storia del disturbo. Dopodiché lavoriamo anche sul presente su quello che mi porta a consumare, su tutti i fattori scatenanti che mi predispongono, quindi lavoriamo su quello e poi lavoriamo sul futuro, prepararli,  in modo da dare degli strumenti per affrontare le stesse situazioni ma in modo più sano, più adattivo, più funzionale, senza dover ricorre alla dipendenza.

C’è un elemento nella dipendenza che è anche gratificazione, legato al momento in cui si soddisfa il bisogno. Su questo momento, che costituisce un elemento positivo e non un trauma, così come lo intendiamo comunemente, riesce comunque a intervenire l’Emdr?
Sì, questo è un altro degli obiettivi su cui lavoriamo in modo mirato, il ricordo della gratificazione, in modo da desensibilizzare anche quello. Quindi i momenti in cui consumavano oppure il ricordo della sostanza, anche a livello fisico e neurofisiologico, diventano qualcosa di molto più lontano, distaccato da loro. Perde quel valor
e  positivo, si sgancia la sensazione positiva dalla sostanza. È così molto più possibile gestire i comportamenti, perché si desensibilizza questa sensazione positiva.

Avete testato il metodo nell’ambito delle dipendenze, i risultati vi danno conforto?
Sì, ci sono molti articoli in letteratura che dicono che il trauma è tanto legato alle dipendenze e che, lavorando sul trauma, è più semplice lavorare sulla dipendenza. Su questo ci sono molte ricerche. Su l’Emdr in particolare, ci sono già delle pubblicazioni, quindi l’orientamento è questo: è confermato che è un modo di lavorare molto più efficace sulle dipendenze. In più stiamo facendo una ricerca in Italia con vari Ser.T. che lo stanno applicando come studio, e anche le comunità  come Capodarco che fa parte di questa ricerca. Stiamo vedendo che le persone trattate con Emdr rispondono anche meglio a tutta la parte della terapia. Invece quelli che vengono affrontano trattamenti di routine per le dipendenze, hanno dei valori molto più bassi. Quindi è molto più efficace quando si integra.