“Dalla Russia a Capodarco, che non sia solo andata”. La vita di Alex tra passioni, buon umore e sogni

Alex in versione Al Bano

“Vengo ‘dalla Russia col furgone’, sono attivo e sempre allegro e qui ho fatto amicizia con tutti anche con quelli più ‘vecchietti’”. Bastano poche parole per riassumere l’essenza di Alex, un ragazzone russo di 28 anni dal sorriso contagioso che vive nella Comunità di Capodarco dal dicembre 2017. Qui ha trovato una famiglia accogliente che ha subito conquistato con la sua simpatia e dove riempie la quotidianità con attività varie. In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità abbiamo raccolto una delle tante storie da Capodarco: quella di Alex è particolare e senz’altro quella che viene da più “lontano”. Nasce infatti nel 1992 ad Ussurijsk, città nella parte più orientale della Russia, dove vive fino all’età di 9 anni prima di trasferirsi in Italia con sua mamma, stabilendosi prima a Porto Potenza e successivamente a Porto Sant’Elpidio. Nelle Marche cresce e con l’arrivo dell’adolescenza ha modo di coltivare alcune delle sue più grandi passioni come lo sport, praticando l’hockey su prato con una formazione locale, la musica house e soprattutto i motori. Tant’è che per un po’ di tempo Alex sceglie di andare a lavorare per mettere da parte qualche soldo utile a comprare una moto, “una bellissima Aprilia Rs” ricorda con soddisfazione ed emozione, con la quale trascorre momenti belli e spensierati ma anche il drammatico momento dell’incidente stradale che cambia la sua vita di diciassettenne costringendolo su una sedia a rotelle pochi mesi dopo aver ricominciato ad andare a scuola presso l’Istituto Tecnico Commerciale di Civitanova.

Alla Comunità di Capodarco quasi tutte le settimane passa a trovarlo sua mamma Yana, che non ha mai perso la speranza di riportare a casa Alex e di rivederlo camminare. “Lui è sempre con il sorriso nonostante tutto” – ci racconta, “tant’è che qui in comunità gli vogliono tutti bene perché lui è una persona solare e di compagnia”. La mente torna inevitabilmente ai momenti difficili post incidente: “Ci è cambiata la vita, a tutta la famiglia. Lui è stato in rianimazione per un lungo periodo all’ospedale Torrette prima di intraprendere un’odissea di due anni per la riabilitazione tra Germania e Russia prima di arrivare al centro “Paolo Ricci” di Civitanova Marche. La scelta di Capodarco è nata da una richiesta di riabilitazione più intensiva per Alex, dopo il trasferimento della nostra famiglia a Porto Sant’Elpidio abbiamo pensato che questa fosse la soluzione più adatta ed ha iniziato in regime residenziale”.

Tornare a “casa” con le mie gambe

A Capodarco Alex trascorre le mattine al laboratorio pelli, dove può mettere in pratica le sue capacità da “direttore dei lavori” come lui scherzosamente ama definirsi, ed ha la possibilità di svolgere costantemente sedute di riabilitazione che gli stanno giovando sia nel fisico che nel morale. Il suo grande sogno è infatti quello di tornare ad essere autonomo, abbandonando “questa carrozzina del cavolo” e rientrare nel suo Paese d’origine: “Quando c’è il nostro capodanno- racconta Alex – torno quasi sempre in Russia. Mi sto impegnando molto nella riabilitazione perché ho il desiderio di tornare a casa con la mia famiglia definitivamente, ma vorrei andarci come sono arrivato quindi con le mie gambe”. Nel frattempo ha portato una ventata di allegria e buon umore alla grande famiglia di Capodarco, come quando indossa il suo cappello panama che dicono lo faccia assomigliare al cantante Al Bano Carrisi, oppure quando chiama il suo compagno di stanza puntualmente con un nome diverso scatenando risate generali. Non mancano nel suo bagaglio di attività giochi come la dama o gli scacchi, il giardinaggio e la cura dell’orto dove il suo particolarissimo ruolo è quello di aiutare nella raccolta tenendo il contenitore degli ortaggi e “minacciando” di non mangiare quello che c’è dentro.

Mai sedersi..

“Lui è come lo vedete – spiega mamma Yana – ha un carattere espansivo ed è molto generoso. Con sua sorella Aleksandra(che ha 11 anni meno) in particolare ha un bel rapporto e gli ha dedicato molto tempo anche aiutandola nei compiti di matematica, materia in cui lui è molto bravo. E’ il figlio maggiore ed è sempre stata la mia speranza, purtroppo ci siamo fermati ma è ora di ripartire”. “Per forza – perché io devo alzarmi al più presto – gli fa eco infine Alex. Dopo l’incidente sono diventato più religioso e prego molto Dio, a tutti dico che non bisogna mai sedersi anche se si è costretti ad esserlo come nel mio caso”. Convivere con il suo fisico imponente oggi costretto su di una carrozzina non ha minato la tempra di Alex, anche se i momenti di sconforto non mancano a vincere in lui è pur sempre il sorriso.