Covid e disabilità, la “dedizione eroica” delle famiglie

di Vinicio Albanesi

Vinicio Albanesi Foto: © Stefano dal Pozzolo

Nella giornata dedicata alla disabilità, quest’anno, il pensiero va soprattutto alle famiglie delle persone disabili. Il virus ha accentuato le difficoltà delle famiglie strette tra due paure: da una parte di essere contaminate, dall’altra di vivere la solitudine nella propria casa, senza sostegni e senza presenze.

Molti genitori si sono chiesti che cosa sarebbe successo se uno di loro fosse stato costretto all’isolamento. Non è raro infatti il caso di chi, per essere accudito, ha necessità dell’intervento di due persone. Un’angoscia vera e propria, acuita dalle notizie proveniente dalle rsa dove il virus ha mietuto migliaia di vittime. Un calvario, al quale, per come è stato permesso dalle restrizioni, le comunità di accoglienza hanno cercato di dare risposta, mantenendo una gestione pulita senza contaminazioni.

La difficoltà maggiore è consistita nel non avere margini di manovra: regole stringenti che si sono tradotte nell’unica strada possibile dell’isolamento. Senza eccezioni, anzi: con dettagli di provvedimenti ai quali non era possibile sottrarsi, per la rigidità delle regole. Come sempre, l’attenzione è stata rivolta ai più, facendo emergere difficoltà di famiglie “normali”, in situazioni sicuramente migliori di quelle con a carico una persona disabile.

Se un ragazzo o una persona adulta ha sofferto per l’isolamento, è stata molto più angosciosa la condizione vissuta di chi, anche senza poterlo esprimere, è stato costretto a rimanere in casa, senza eccezioni. Nella tragedia di nessun tentativo di alleviare la tragedia del Covid sono da ammirare, oltre che ringraziare, quei babbi, quelle mamme, quei fratelli e sorelle che non hanno mollato, con dedizione eroica.

Sta solo emergendo ora, dopo un numero impressionante di morti, la condizione delle persone di età avanzata, che vivono sole. Impaurite dall’essere positive al virus, vivono tappate in casa, senza la possibilità di vedere e confrontarsi con qualcuno. Il suggerimento di utilizzare strumenti della rete (videomessaggi, internet etc…) è molto relativo per persone non educate agli strumenti tecnologici.

La strada da percorrere per una vivibilità serena e tranquillizzante è ancora molto lunga. L’epidemia ha solo ingigantito criticità che esistono. L’attenzione per soluzioni capaci di garantire tutti, soprattutto chi vive criticità pesanti, deve rimanere desta. La giornata della disabilità serva non solo a illustrare problemi, ma anche a trovare soluzioni. 

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