Ambiente, proseguono le attività didattiche nel Bosco della Comunità di Capodarco

Un momento didattico nel bosco

La Comunità di Capodarco di Fermo è accoglienza, presa in carico delle fragilità, integrazione, ma anche natura, ecosostenibilità e ricerca. Con uno sguardo sempre rivolto alle nuove generazioni affinchè facciano propri i valori di conoscenza e rispetto dell’ambiente. In tale direzione vanno le visite che periodicamente gli studenti delle scuole di vari livelli del territorio svolgono all’interno dell’Oasi naturalistica della Comunità di Capodarco, un bosco di circa 7 ettari che rappresenta uno degli esempi più integri di macchia sub mediterranea della regione Marche. A guidare le scolaresche in attività, laboratori e passeggiate è lo zoologo e ricercatore Nazzareno Polini(questo il suo sito web dove è possibile scoprire tutte le attività del bosco). “Sono ormai tanti anni che portiamo avanti queste iniziative con le scuole della zona, arrivano studenti di tutte le età, dai più piccoli della scuola dell’infanzia sino ai tirocinanti universitari. Il percorso negli anni si è articolato sempre più, nel 2010 il “Progetto Bosco” ha permesso di creare dei nuovi sentieri, cartellonistica e segnaletica in buona parte del Parco. Al percorso naturalistico da qualche anno si è aggiunta l’attività del Cras (Centro recupero animali selvatici) regionale, che rappresenta un rifugio sicuro per animali feriti che hanno bisogno di un percorso di accoglienza, riabilitazione e rilascio in natura ma anche uno specifico servizio per la raccolta di carcasse di animali selvatici (prevalentemente ungulati come capriolo, cinghiale ed altro) coinvolti in incidenti stradali”. Quindi per la gioia dei giovani studenti la possibilità di visitare e conoscere da vicino gli animali del Centro che non possono essere rilasciati in natura e che vengono utilizzati per fare didattica ambientale. Il bosco è infatti attrezzato con percorsi tematici da seguire da soli o con guida naturalistica ed è stata inoltre predisposta un’aula attrezzata con animali e reperti naturalistici, utilizzata per i percorsi didattici con le scolaresche.

I giovani naturalisti alle scoperta di un gufo reale

“Le attività sono legate agli aspetti ecologici del bosco- racconta Polini, con percorsi mirati alla conoscenza dell’ecosistema della macchia mediterranea, facciamo passeggiate per scorgere grandi alberi e piccoli animali e non mancano laboratori speciali. Uno di questi è quello degli ‘indiani’, durante il quale ripercorriamo nel bosco alcune pratiche che venivano utilizzate dai primitivi e dagli indiani appunto, quindi accendere il fuoco e utilizzarlo per cucinare, costruire utensili da caccia ecc.. Un percorso didattico interculturale per far scoprire ai ragazzi un modo di vivere totalmente lontano dalle comodità di oggi.  E ancora il progetto educativo “Famiglia e Natura”, avviato insieme allo psicologo dott. Marco Brandi, che mira a coinvolgere e unire tutta la famiglia in attività a stretto contatto con la natura. Non da ultimo poi c’è “Bosco in festa”, evento gratuito per tutte le età che si svolge di solito nel mese di giugno, intorno e dentro il bosco della Comunità di Capodarco, tra giochi all’aria aperta, laboratori di educazione ambientale, escursioni, passeggiate notturne e spettacoli”.

Dopo un periodo di sospensione forzata causa covid, le attività didattiche nel Parco della Comunità sono riprese alla grande per la soddisfazione di studenti e insegnanti: “Abbiamo tantissime prenotazioni dagli istituti scolastici- spiega Polini, soprattutto nel periodo primaverile quando stare all’aperto è ancora più piacevole. Sia gli studenti che gli insegnanti sembrano apprezzare molto queste attività, che vengono svolte compatibilmente con il loro programma didattico. Vengono anche fatte delle lezioni alle nuove Guide ambientali escursionistiche, sono stati qui anche allievi delle scuole di erboristeria”.

Un altro istante di lezione con lo zoologo Nazzareno Polini

Oltre alle circa 1.300 essenze vegetali, una grande varietà di fauna tra uccelli, mammiferi, micromammiferi e chirotteri, insetti, anfibi e rettili popola l’oasi, dove vengono accolti, riabilitati e rilasciati in natura; tra loro uccelli come civette, assioli, allocchi e succiacapre, sui quali inoltre si svolge l’inanellamento scientifico e il monitoraggio delle loro abitudini, per capire i cambiamenti dell’ambiente.(marco donzelli)