Abbiamo aperto Casa Mauro per il futuro dei giovani adulti con gravi disabilità. Don Albanesi: “Lo ritenevo un dovere”

Ascoltare i bisogni, pensare alle risposte, progettare e poi realizzare. Dopo anni di attesa, impegno, difficoltà e molta costanza, oggi si è avverato un sogno, inaugurare la “Comunità Sant’Andrea (Casa Mauro)”, realtà residenziale fortemente voluta dalla Comunità di Capodarco di Fermo per rispondere a un bisogno del territorio: dare accoglienza a giovani adulti con disabilità psico-fisica grave, consentire loro un percorso di vita futuro e ai genitori – che di quel futuro sentono tutto il peso e la responsabilità- una nuova serenità.

Un lungo percorso durato sei anni, ha spiegato il presidente della Comunità di Capodarco don Vinicio Albanesi: “Prima trovare la sede, poi ristrutturarla, accreditarla, avere l’autorizzazione, la convenzione, però non mi sono mai scoraggiato perché lo ritenevo un dovere. Questi ragazzi  li abbiamo visti crescere, li conosciamo alcuni da 20 anni. Con il tempo e con i loro genitori abbiamo costituito una grande comunità, una grande famiglia. Ringrazio gli operatori, i direttori sanitari che si sono succeduti perché questa è una presenza nobile, con un’attenzione molto profonda. Non ho voluto inaugurare i luoghi deserti ho preferito aspettare perché siamo a sette ragazzi, dovremmo raggiungere i dodici perché poi, al di là delle buone volontà, ci sono i numeri che picchiano duro. È una grande soddisfazione e in questo ringrazio anche il paese, ringrazio tutti. Proprio perché sono i più fragili hanno bisogno di maggiore attenzione e di non essere trascurati”.

All’inaugurazione oltre alle autorità presenti, il prefetto di Fermo Edoardo D’Alascio, il sindaco Paolo Calcinaro e il tenente colonnello Mirko Boccolini, sono intervenuti il rettore John McCourt e la prorettrice Catia Giaconi (in collegamento dall’Università di Macerata), Ilaria D’Angelo (ricercatrice di Didattica e pedagogia speciale dell’Unimc); Valentina Koxha (medico fisiatra e direttrice sanitaria del Servizio residenziale Sant’Andrea e del Servizio ambulatoriale della Comunità di Capodarco), Francesco De Angelis (figlio del noto imprenditore fermano Mauro De Angelis a cui la struttura è dedicata).

Don Vinicio Albanesi e Valentina Koxha

“Bello vedere questo posto pieno – ha esordito la direttrice sanitaria, Valentina Koxha -. È stata una grande sfida poterlo aprire però ci siamo riusciti, ma sarà altrettanto una grande sfida mantenerlo aperto. Sarà una sfida e occorre una grande rete. Servono specialisti del territorio che la Comunità di Capodarco da sempre ha cercato di sensibilizzare verso la grave disabilità, in questa rete noi ci crediamo e cerchiamo giorno per giorno di tenerla viva e alimentarla. La porta è sempre aperta, quando volete tornare, non solo per l’inaugurazione, perché c’è bisogno di una rete anche amicale, fatta di piccoli momenti, di condivisione. La struttura è volutamente inserita al centro del paese in un complesso residenziale, non è un istituto è una casa, vogliamo dare loro una dimensione di vita normale, di bella vita.

Importantissimo in questi anni il supporto scientifico e la collaborazione tra la Comunità di Capodarco e l’Università di Macerata con la quale è stato avviato da tempo un progetto sulla creazione di ambienti comunicativi accessibili che avrà seguito con la predisposizione di sistemi di Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) nella struttura residenziale. “Sono molto felice di vivere questo momento – ha detto la prorettrice Catia Giaconi in collegamento Dall’Unimc -. Una struttura residenziale con disabilità complessa sembrava una sfida e la Comunità di Capodarco non solo è riuscita ad anticipare nei tempi ma oggi a realizzarla. Non possiamo che validare il modello anche scientifico della Comunità di Capodarco di Fermo”.

Don Vinicio Albanesi. e Ilaria D’Angelo

“Grata e onorata di essere qui anche per un percorso personale che nel tempo ho condiviso con la Comunità  – le parole della ricercatrice Ilaria D’Angelo che collabora con la cattedra di Pedagogia e didattica speciale -. Ho il piacere di vedere realizzata questa struttura residenziale che dà sicuramente seguito al diritto alla continuità di avere un progetto di vita. In riferimento ai nuovi percorsi che svilupperemo insieme alla comunità, un po’ dalle ricerche ma anche per conoscenza comune di quanti si prendono cura dei ragazzi della struttura, è importante poter garantire il diritto alla comunicazione anche laddove sembra impossibile. Il diritto alla comunicazione è essenziale, lo sappiamo e sappiamo quanta fatica a volte facciamo quando non sappiamo bene se quella persona mi sta dicendo no o mi sta dicendo sì, quindi riuscire a costruire insieme dei percorsi che possano sposare il diritto all’autodeterminazione cioè dire si e no, condividere un’esperienza formativa con quelli che chiameremo i partner comunicativi che sono i caregiver, gli operatori, gli educatori, sarà sicuramente fondamentale, lo faremo con lo spirito dell’agire educativo della Comunità di Capodarco che è quello di ‘fare comunità’. Vogliamo essere nella rete e continuare questa collaborazione scientifica ma anche personale. Verremo presto con la professoressa Giaconi e il Rettore. Capodarco rappresenta una istituzione per il territorio e per le famiglie”.

Don Vinicio Albanesi e Francesco De Angelis

La “casa” residenziale è stata intitolata al ricordo di Mauro De Angelis, l’imprenditore fermano scomparso nel 2022 titolare ed amministratore delegato della Ecoelpidiense. Il presidente ha colto l’occasione per ringraziare la famiglia (moglie e figlio), per la donazione fatta alla struttura: “Abbiamo apprezzato soprattutto il pensiero, donare qualcosa di molto generoso a noi è un segnale di vicinanza, stiamo attraversando un momento di difficoltà, la Regione tiene ferme le rette dal 2012, i nostri operatori però hanno il migliore contratto possibile”. Le parole del figlio Francesco: “Nella vita bisogna avere fortuna. Mio padre ha creato un’attività che ci ha reso fortunati e questa fortuna va condivisa, soprattutto con il territorio a cui noi siamo legati. Ci rendiamo conto che delle strutture, come quelle create da don Vinicio con la Comunità di Capodarco sono un valore aggiunto. Mio padre era molto generoso, diceva: ‘nella vita bisogna guardare sempre gli altri, immedesimarsi negli altri’. Una situazione familiare complicata, di famiglie che hanno figli con delle problematiche e non hanno nessuno a cui rivolgersi, penso sia la cosa più difficile in assoluto. Don Vinicio con la comunità è riuscito nell’arco degli anni a creare queste strutture. Purtroppo lo Stato a volte non basta e lì bisogna trovare aiuti in più, quel piccolo passo che ha permesso a questo tipo di attività di diventare da diurna a un modello da seguire in tutta Italia perché riesce a dare un’assistenza h24 a questi ragazzi”. Ragazzi che una volta che li conosci “ti aprono il cuore” aggiunge Francesco. “È un percorso un accrescimento anche per noi. Parlo per me per la mia famiglia per i soci. Siamo onorati, siamo felici e sono sicuro che mio padre sarebbe stato orgoglioso. Lo ringrazio davanti a tutti per quello che ci ha dato e che ci sta ancora dando”

“Qui bisogna solo dire grazie da parte di tutto il territorio” così il prefetto D’Alascio sottolinea il lavoro eccezionale di persone che si dedicano agli altri, “siete davvero il cuore pulsante”. Il compito di concludere l’incontro è spettato ad Andrea, un ragazzo che frequenta la realtà sin dall’inizio, emozionato ha ringraziato tutti, poi ha approfittato dell’occasione per rivolgere al presidente una richiesta: riavere nella struttura Riccardo, un giovane che da poco ha concluso il Servizio civile al Sant’Andrea.