L’addio dei migranti a Emmanuel: nelle vene lo stesso sangue

funeraleEmmanuelFERMO – “Nessun uomo vive per se stesso. Se viviamo o moriamo, viviamo e moriamo per Dio. Se tu sei nero è per volontà di Dio, se sei bianco è per  volontà di Dio. Il signore ci ha creato di colore differenti ma tutti abbiamo lo stesso sangue Alleluia”. Sono tutti sull’altare i compagni di Emmanuel Chidi Nnamdi, come lui accolti al Seminario Arcivescovile di Fermo, arrivati in Italia con il sogno di costruire il proprio futuro in Italia o forse altrove. Fino a quel momento seduti nei banchi della cattedrale, ad ascoltare la funzione per il  profugo nigeriano morto per aver reagito agli insulti rivolti alla sua compagna. Sulle braccia o in testa un pezzo di stoffa rossa o un segno della stessa tonalità nei vestiti. E’ il simbolo del lutto per gli uomini. Per le donne invece è il bianco e infatti Chinyere è vestita di bianco, bianco anche il foulard che le copre i capelli. Quando arriva il loro momento di salutare Emmanuel scelgono di farlo con le loro parole, il loro canto e un grande messaggio di pace e di fede. Sentimenti di fratellanza e una voce forte che invade la chiesa. Prima in francese, poi in inglese, infine in italiano.

“Se oggi nostro fratello Emmanuel è morto ci fa molto male ma noi crediamo che  è la volontà di Dio. Emmanuel sarebbe potuto morire nel Mediterraneo, ma se è morto  qui è per volontà di Dio“. E ricordano che l’umanità e una e una sola che siamo tutti figli di Dio e che se un uomo ha bisogno di aiuto non puoi non preoccuparti per lui e aiutarlo, qualsisai sia la sua nazionalità. Ringraziano don Vinicio Albanesi “per quello che fai”. “Che Dio vi benedica”, dicono. E scendono dall’altare accompagnanti da un lunghissimo applauso. Poi circondano la bara di Emmanuel e tutti in cerchio pregano e cantano per chi non c’è più. (cch)

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