Festa della mamma: Cristina racconta il suo rapporto con Bianca

Cristina Screpante con don Vinicio Albanesi. Foto: Stefano Dal Pozzolo

Cristina Screpante con don Vinicio Albanesi. Foto: Stefano Dal Pozzolo

CAPODARCO DI FERMO – Cristina racconta il rapporto con Bianca, sua madre. Sull’ultimo numero del mensile SuperAbile Magazine, edito dall’Inail, quella di Cristina Screpante – che vive nella Comunità di Capodarco di Fermo – è una delle testimonianze raccolte in vista della Festa della mamma, domenica 11 maggio. Ecco le sue parole:

«Bianca. B come briosa; i, ipocondriaca; a, adrenalinica; n, nuvolosa/nevrotica; c, crocerossina; a, altruista. Sei aggettivi, una sola persona, un solo nome: Bianca. Sì, la mia mamma si chiama così. Da quando mi ha preso in braccio per la prima volta, entrambe abbiamo stabilito epidermicamente un codice madre/figlia, che da subito sanciva: pochissimi abbracci, niente carezze, ma tanta, tanta, quasi direi logorroica, comunicazione verbale.
Nella mia vita da “esploratrice”, quando non potevo difendermi, è lei che mi ha difesa; quando ero sola, lei mi è stata accanto; quando a un certo momento ho smesso di camminare, lei ha camminato per me e ancora oggi, a volte, mi presta le sue gambe. Io e Bianca siamo la penna e il foglio: insieme abbiamo scritto tutte le nostre avventure di vita, alcune sono ancora contenute nei fogli dei quaderni delle nostre età; altre, quelle più dolorose, le abbiamo cancellate, ma non strappate, perché devono ricordarci sempre cosa siamo state, cosa abbiamo fatto e faremo ancora insieme, dato che la penna che ho in possesso ha inchiostro infinito e i fogli che ha lei sono ancora tanti. Bianca è la mia vulcanica mamma e io sono la sua adorata, la sua metà di vita, la sua dispettosa, la sua pazzerella, la sua rompi, la sua e solo sua figlia: Cri Cri».

Nata a Porto San Giorgio in una rara giornata di neve nel dicembre 1978, Cristina Screpante ha una miopatia di tipo minicore disease, malattia rara della famiglia delle distrofie. Nel 2009 ha conseguito la laurea in Psicologia clinica all’Università degli studi di Urbino “Carlo Bo”.