“Un paesaggio interiore”: l’arte di Bruno Della Pietra alle Piccole Cisterne di Fermo

«È in noi che i paesaggi hanno paesaggio». “A partire da questa illuminante frase di Pessoa si è voluto fare emergere e presentare la personalità artistica schiva, austera, intimamente riservata e poetica di Bruno Della Pietra”. Così il critico d’arte Domenico Amoroso, direttore del Museo d’Arte Contemporanea di Caltagirone, apre il suo breve saggio introduttivo alla mostra patrocinata dal Comune di Fermo e dedicata all’artista di origine friulana Bruno Della Pietra che si aprirà giovedì 10 maggio alle Piccole Cisterne e rimarrà aperta fino a domenica 20 maggio.

Un artista outsider la cui ricerca “si configura essenzialmente come un viaggio nella rappresentazione del mondo vissuto da bambino e da adolescente e in quello in cui si è trovato a dover vivere dopo il tragico accadimento che lo ha reso invalido – fino all’approdo nella Comunità di Capodarco – senza tuttavia perdere la capacità di amare e di soffrire, e la innata curiosità del mondo” sottolinea Amoroso.

Classe 1939, Bruno è un artista autodidatta nato a Vuezzis, frazione del comune di Rigolato a una settantina di chilometri da Udine. “Per comprendere la sua arte è utile seguire il racconto della sua vita. Una vita difficile per il sopraggiungere di una mielite virale trasversa a vent’anni.” A raccontarlo in un suo testo che accompagna il catalogo della mostra è Don Vinicio Albanesi che della Comunità di Capodarco, in cui Bruno ha trovato casa ormai da anni, è presidente.

“La vita di Bruno – prosegue Don Vinicio – è stata forte e coraggiosa. I suoi autoritratti lo dipingono sicuro, dignitoso, con sguardo autorevole. Poi vi sono le opere religiose, quelle che rimandano ai tempi migliori dell’infanzia, i disegni ancestrali dipinti con il ricordo: il lavoro dei campi, i carretti che trasportano fieno, donne lavoratrici, contadine stravolte dalla fatica. I paesaggi sono ristretti, prevalgono le montagne disegnate con sguardo infinito: aguzze, guardate dal basso, inviolabili e immobili. Mete irraggiungibili per la loro grandezza, ma anche per l’impossibilità a scalarle. Infine, i sogni della tenerezza, dell’affetto e della sensualità. Essere sceso dalle sue montagne friulane alla Comunità di Capodarco ha aiutato Bruno ad affrontare la sua esistenza, in compagnia di altri che desiderano vivere. La Comunità è dipinta tra i rami di una grande albero: segno di affetto e di ringraziamento, anche se lontana perché impossibilitata a dare le ultime risposte.”

Oltre un centinaio le opere presenti in mostra alle Piccole Cisterne, che saranno poi protagoniste di un’analoga iniziativa a Caltagirone dall’8 settembre al 7 ottobre, ospiti del Museo d’Arte Contemporanea diretto da Domenico Amoroso. Una vetrina importante per un artista che sinora non aveva mai esposto in pubblico le sue opere ma che sicuramente merita attenzione e plauso per aver saputo raccontare il suo percorso di vita certo non semplice con tratti decisi ed evocativi.